L’agente di commercio è un’attività capace di dare enormi soddisfazioni sia economiche che umane, ma per doverla svolgere è necessario aprire la partita IVA. Cerchiamo, quindi, di capire in dettaglio come funziona e quali sono i costi per avviare questa attività.
Ricordiamo che l’apertura della partita IVA è gratuita, infatti si può presentare fisicamente il modello AA9/12 direttamente in Agenzia delle Entrate, oppure chiedere a noi di aprirla senza costi aggiuntivi cliccando qui.
Per l’iscrizione in Camera di Commercio, invece, è necessario il versamento di bolli e diritti in base a come si vuole aprire la partita IVA. Possiamo dire che per una ditta individuale tali diritti ammontano a circa 36 euro.
Il codice ATECO per Agenti di Commercio
La partita IVA prevede almeno un codice ATECO, ovvero il codice che identifica l’attività svolta.
Il Codice ATECO per l’agente di commercio dipende dall’ambito:
- 46.11.00 (Intermediari del commercio di materie prime agricole, di animali vivi, di materie prime tessili e di semilavorati);
- 46.12.00 (Intermediari del commercio di combustibili, minerali, metalli e prodotti chimici)
- 46.13.00 (Intermediari del commercio di legname e materiali da costruzione)
- 46.14.00 (Intermediari del commercio di macchinari, impianti industriali, navi e aeromobili)
- 46.15.00 (Intermediari del commercio di mobili, articoli per la casa e ferramenta)
- 46.16.00 (Intermediari del commercio di prodotti tessili, abbigliamento, pellicce, calzature e articoli in pelle)
- 46.17.00 (Intermediari del commercio di prodotti alimentari, bevande e tabacco)
- 46.18.00 (Intermediari del commercio specializzato in altri prodotti)
- 46.19.00 (Intermediari del commercio di vari prodotti senza prevalenza di alcuno)
L’attività di agente di commercio si distingue da quella del procacciatore d’affari perché, a differenza del secondo che è un soggetto che collabora senza prevalenza con più imprese, il primo ha mandati specifici e continuativi con una (monomandatario) o più imprese (plurimandatario).
Requisiti dell’Agente di Commercio
Per avviare l’attività di agente di commercio, però, è necessario soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti professionali:
- aver superato con esito positivo uno specifico corso professionale istituito o riconosciuto dalle Regioni;
- aver prestato la propria opera per almeno due anni alle dipendenze di una impresa con qualifica di viaggiatore piazzista o con mansioni di dipendente addetto al settore vendite, purché l’attività sia stata svolta entro i cinque anni;
- aver conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado di indirizzo commerciale o laurea in materie commerciali o giuridiche.
Contributi previdenziali, la Gestione Commercianti e l’Enasarco
Ai fini previdenziali gli agenti di commercio devono iscriversi alla Gestione Commercianti e all’Enasarco.
Questa gestione previdenziale INPS prevede un versamento minimo annuo, di circa 3.850 euro (che può essere ridotto del 35% in caso si opti per il regime forfettario), ed un versamento percentuale sulla base del reddito prodotto nell’anno.
Puoi vedere l’articolo dedicato alla gestione commercianti, se vuoi capire meglio come funziona.
In più gli agenti di commercio sono soggetti ad una seconda contribuzione, l’Enasarco, che si applica in percentuale sul fatturato, ed ha una quota minima e una massima da versare stabilita annualmente. Queste quote variano in base al tipo di agente di commercio, ovvero se monomandatario o plurimandatario.
L’obbligo di iscrizione all’Enasarco dell’agente di commercio spetta all’impresa che gli ha dato mandato.
Agente di Commercio, conviene il regime forfettario?
Il regime forfettario è un regime agevolato che prevede un’aliquota di imposta ridotta (5% per i primi 5 anni e 15% successivamente), al quale si può accedere se si fattura meno di 65.000 euro. Per saperne di più puoi leggere questo articolo sul regime forfettario.
Il regime forfettario per gli agenti di commercio è il più vantaggioso, soprattutto nei primi 5 anni di attività.
Il regime forfettario, infatti, permette agli agenti di commercio di applicare ai ricavi un coefficiente del 67% (che è un ottimo coefficiente) sul quale pagare le imposte. Ricorda, però, che nel regime forfettario non è possibile detrarre l’IVA e scaricare i costi sostenuti.
L’agente di commercio in regime forfettario, a sua volta, non applica l’IVA e nemmeno la ritenuta d’acconto, tuttavia indicherà la metà dell’importo percentuale Enasarco in fattura.