Per svolgere l’attività legale come libero professionista è necessario aprire la partita IVA. Cerchiamo di capire come fare e quali sono i costi da sostenere.
Iniziamo col dire che l’apertura della partita IVA è gratuita, si può presentare fisicamente il modello AA9/12 direttamente in Agenzia delle Entrate, oppure chiedere a noi di aprirla senza costi aggiuntivi cliccando qui.
Il codice ATECO per Avvocati
Ad ogni partita IVA va associato almeno un codice ATECO, ovvero il codice che identifica l’attività svolta.
Il Codice ATECO per avvocato è 69.10.10 (Attività degli studi legali) e consente:
- la difesa degli interessi di una parte nei confronti di un’altra parte effettuata da (o sotto la direzione di) persone abilitate ad esercitare la professione forense, innanzi a un tribunale o altro organo giudiziario, e in particolare: l’assistenza e rappresentanza nei processi civili, l’assistenza e rappresentanza nei processi penali, l’assistenza e rappresentanza in materia di controversie del lavoro;
- attività di consulenza giuridica e legale.
Ricordiamo che è necessario essere iscritti all’Ordine Professionale degli Avvocati per poter esercitare tale professione.
Contributi previdenziali, la Cassa Forense
Ai fini previdenziali gli avvocati sono tenuti all’iscrizione alla Cassa Forense, che, a differenza della gestione separata, prevede un versamento minimo annuo.
- contributo soggettivo: viene calcolato in misura percentuale sul reddito professionale pari 14,5%. Il contributo minimo previsto è di 2.875 euro.
- contributo integrativo: è pari al 4% del volume di affari e deve essere inserito in tutte le fatture emesse a clienti italiani.
- contributo di maternità/paternità: è pari a 79 euro.
La Cassa Forense prevede però delle agevolazioni per le partite IVA degli avvocati neo-iscritti:
- contributo minimo soggettivo ridotto alla metà per i primi sei anni, per gli iscritti alla Cassa con meno di 35 anni;
- contributo integrativo minimo non dovuto per il periodo di praticantato;
- contributo integrativo minimo non dovuto per i primi cinque anni di iscrizione alla Cassa, ovvero ridotto alla metà per i successivi quattro anni, per gli iscritti con meno di 35 anni.
Avvocati, conviene il regime forfettario?
Il regime forfettario è un regime agevolato che prevede un’aliquota di imposta ridotta (5% per i primi 5 anni e 15% successivamente), al quale si può accedere se si fattura meno di 65.000 euro. Per saperne di più potete leggere questo articolo sul regime forfettario.
Il regime forfettario per gli avvocati nella maggior parte dei casi è il regime più vantaggioso, soprattutto se si deve aprire una nuova partita IVA o se si esercita la professione da meno di 5 anni.
Un’altra considerazione da fare sul regime forfettario per avvocati è che il reddito sul quale calcolare le imposte corrisponde al 78% dei compensi incassati nell’anno, ma senza la possibilità di dedurre alcun costo o di detrarre l’IVA.
Infatti, in questo regime, l’avvocato dovrà emettere fattura senza applicare l’IVA e senza applicare la ritenuta d’acconto.